Premessa al numero zero (Editoriale Patient Wolves Nullus, Dicembre 2020)




Esistono molti autori là fuori, taluni addirittura inconsapevoli di essere tali.
Ho chiesto ad alcuni fra questi a me prossimi, se volessero co-popolare questo spazio insieme.
A voi, molti altri, autori e amanti del linguaggio proponiamo questo risultato.
Il linguaggio è quello fotografico, sicuramente. Ma con quali regole?
Due sostanzialmente, materiale analogico e nessuna auto-censura.
Una risposta precisa alla soffocante morsa social contemporanea.
L’intento è quello di risparmiare all’osservatore la pena della coercizione morale e al tempo stesso lasciare libero, veramente libero, l’autore di esprimersi.

Per una volta.

Perché lupi pazienti.
Escludiamo da subito le loro capacità predatorie, visto che qui amiamo tutti muoverci all’interno del consenso, nostro e altrui.
La caratteristica che rende i lupi un esempio illuminate dell’evoluzione è il loro essersi organizzati in famiglie e l’aver sviluppato un particolare linguaggio che impedisce loro di esplicare violenza all’interno della famiglia. I lupi si tutelano l’un l’altro, hanno bisogno gli uni degli altri e giocano molto,
sia da cuccioli che da adulti. Lo fanno Insieme.
Altra dote lupina è la grande pazienza che applicano per raggiungere i loro obiettivi.
Una perseveranza silenziosa, costante, assertiva.
Dunque, in sintesi, un forte legame, un linguaggio comune e molta pazienza.
Tutto ciò permette al branco di non temere granché,
neanche il felino più potente ed efferato (la sedicente morale universale).

Il mono-pensiero che vorrebbe tutti allineati e coperti, quindi facilmente gestibili.
Il lupo singolo è vulnerabile, il branco, la famiglia, non ha altri predatori naturali.

Qui ci uniamo e comunichiamo dunque, perché ci fa stare bene.
Se l’esperienza ci/vi sarà piaciuta potremmo anche pensare di perseverare, appunto.

l u n d e s n o m b r e u x

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