L'altro lato
Siamo a pochi giorni dal ConsensLab, edizione del 2023.
L'anno scorso questo incontro un po' divulgativo e un po' laboratorio ha dato tanto a tutti noi. Che poi è il motivo per cui lo riproponiamo, rivisto e ampliato, quest'anno. A questo giro il relatore non sarò io, bensì quattro dei corsisti dello scorso anno. che poi chiamarli corsisti pare brutto, sono persone, amici/amiche, autori/autrici, con molto da dare e sempre pronti a mettersi in gioco. Ci ospiterà sempre la Casbah, un luogo bellissimo, dove ci si sente a casa dopo trenta secondi dall'averci messo piede.
Fra gli ampliamenti che citavo poco sopra, oltre a nuovi laboratori, c'è appunto l'altro lato della medaglia del consenso:
la consapevolezza.
Ne avevo scritto qualche tempo fà per il sito e vorrei condividerlo anche qui.
Ci abbracceremo domenica. Buona lettura e a presto!
lundesnombreux
Una parte importante del Consenslab si basa sul fare emergere della consapevolezza.
Una consapevolezza personale, relativa a ciò che desideriamo, ciò che ci fa stare bene, ma anche ciò che rifiutiamo perché ci fa stare meno bene.
La consapevolezza è condizione necessaria, anche se non sufficiente, per farci dire dei sì o dei no importanti e convinti.
In altre parole la consapevolezza può essere vista come l’altro lato della medaglia del consenso. Dunque, per esprimere consenso è bene essere consapevoli, innanzitutto di noi stessi. Per essere consapevoli occorre che ci si interroghi profondamente su ciò che desideriamo.
Nell’ambito dell’incontro fotografico, ad esempio, potremmo essere consapevoli che l’immagine prodotta viaggerà nel tempo, probabilmente ci sopravviverà. Potremmo ancora essere consapevoli che quell'immagine ci rappresenta in un dato momento della nostra vita e non ci definisce in tutti gli altri. Potremmo essere consapevoli che il giudizio degli altri, in qualsivoglia direzione vada, ha più a che fare con chi giudica che con chi è giudicato.
Potremmo essere consapevoli che la fotografia mente per definizione. A partire da ciò che si decide di mantenere o di escludere dall’inquadratura.
Potremmo essere consapevoli che i ruoli possono essere fluidi, che le macchine fotografiche possono passare di mano in mano. Potremmo essere consapevoli che il soggetto che stiamo ritraendo è lì e porta con se giubilo e gaudio oppure è lì per condividere un dolore.
Linfa vitale di questo scambio è la comunicazione, verbale e non verbale.
Saper dire sì, saper dire no, concedersi il diritto di esprimere o meno i nostri consensi è importante.
Quante volte taciamo ciò che vogliamo a noi stessi e agli altri? Quante volte diamo per scontato che le interpretazioni siano univoche? Quanto è importante sentirci liberi e autorizzati a comunicare, verbalmente o meno, prima di agire?
I laboratori proposti hanno lo scopo di stimolare questa consapevolezza, di spronare i partecipanti a tirare fuori i propri consensi e i propri dissensi, sentendosi sempre autorizzati a comunicare, dare o revocare un consenso in qualunque momento. Sentendosi altresì liberi di chiedere e capaci di accogliere un consenso o un rifiuto, accogliendo entrambi i casi con cura, in un ambiente dove la sospensione del giudizio è strutturale ed indipendentemente dal ruolo assunto da una persona in un dato momento.
I successivi momenti di confronto hanno lo scopo di mettere a fattor comune la propria esperienza ed aiutare gli altri (e noi stessi) a leggere tale esperienza in modo più ampio e forse anche più profondo.
Uscire dal Consenslab con degli strumenti nuovi, con una maggiore consapevolezza delle dinamiche di potere, è il miglior regalo che possiate fare a tutto il gruppo di lavoro e forse anche a voi stessi.
Questo almeno è il nostro auspicio.