Grigio

Una piccola nota introduttiva.

Ho scritto questo post su intagram in tre parti (qui radunate) qualche settimana prima che Grigio morisse. Più che del nostro rapporto (mio e di questo lupoide che mi ha accompagnato per dieci anni) volevo parlare di dinamiche di potere. Un tema così poco trattato nella nostra società. Un tema spesso strumentalizzato per polarizzare gli ideali. Invece, a mio avviso, è importante trattarlo al fine di migliorare la qualità di vita di molti, differenti, soggetti senzienti.

Buona lettura

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Lui è Grigio, per gli amici gigi o anche upo.

Grigio è un lupoide ibridato che arriva da un branco dell'altopiano delle murge.
Molte persone che hanno scattato con me l'hanno conosciuto.
Hanno conosciuto un bel lupone aitante e indomabile e spesso se ne sono innamorate.

Grigio ha il morbo di addison, una malattia che colpisce le surrenali.
E' letale e si comporta come un tumore che si chiama insulinoma.
Causano entrambi ipoglicemia cronica, annichiliscono la muscolatura, compreso il cuore.
Ma non è un tumore è una malattia autoimmune.

Per le statistiche della letteratura medica Grigio dovrebbe essere già morto da un anno. 
Ma le statistiche hanno le loro eccezioni, le quali stanno ben lontane dalle vette delle gaussiane.
Ed ecco che Grigio, con le terapie giuste, si tira ancora su da terra, fa pianino il giro del campo e del bosco qui sotto casa con me e la lupa, ed è sempre pronto a rubare le pappe ai mici o la pizza dal forno.
E' solo un po' più lento di prima ma non meno farabutto.

Grigio ha trovato un medico coraggioso che ha rischiato e ci ha donato altra vita insieme, per ora più di un anno di 'bonus' appunto.

Ammettiamolo è anche circondato da amorevoli cure ed è perfettamente consapevole che starò con lui fino all'ultimo secondo. 

Gli leggo questa consapevolezza negli occhi ogni volta che cade e lo ritiro su ed ogni volta in cui dobbiamo saltare il fosso e lo prendo in braccio (oggi è facile, pesa 19kg, due anni fa ne pesava 33 e sarebbe stata più ardua). 
Lui cerca il mio sguardo ed io il suo, mentre la lupa fa la pazza.

Anche in questo caso come in passato mi interrogo sulle dinamiche di potere.
Oggi Grigio dipende da me, senza la terapia corretta muore in qualche decina di ore.
Un tempo però, vi assicuro, ero io a dipendere da lui.
So' che sembrerò melodrammatico ma posso serenamente affermare di dovergli la vita.
Durante il mio periodo più buio di depressione era lui ad occuparsi di me e non viceversa.

E pensando alle dinamiche di potere non riesco a fare a meno di cogliere le dissonanze cognitive che come esseri umani patiamo, quasi incapaci di reagire.
Grigio è curato e ricolmo di attenzioni, perché è riconosciuto da noi tutti, per quello che:
un essere senziente, sensibile, talvolta spaventato, altre volte farabutto.
Riconoscere il suo percepire e renderlo paritetico al mio o a quello di mia figlia mi rende ciò che sono: un uomo. 
Un uomo che rifugge dalla violenza perché anela all'accoglienza per se stesso e per gli esseri senzienti che gli si avvicendano nella vita.
Il mio veganesimo ha radici più antiche di Grigio, ma in Grigio (un carnivoro) trova le sue conferme.
A differenza di aristotele (il minuscolo è voluto) io non credo nelle tre tipologie di anime (vegetativa, sensitiva, intellettiva, solo noi esseri superiori saremmo dotati della terza), io non credo proprio all'anima.
La ritengo quello che è: una delle tante mitologie con le quali cerchiamo di fuggire da ciò che temiamo.
E ancora, sempre a differenza del buon aristotele io non credo nell'antropocentrismo.  
L'essere umano non è al centro di nulla, né dell'ecosistema, né del sistema solare, né della galassia e ne tantomeno delle attenzioni di un qualche dio.
Però l'antropocentrismo e le illusioni metafisiche, come l'anima appunto, ci fanno sentire superiori.
Ci fanno sentire in diritto di prevaricare e piegare vite di altri esseri senzienti.
Sino a rendere il loro passaggio su questo pianeta una tortura e la loro morte un meccanismo sistematico e atroce.
Sapete come si chiama tutto ciò?
Violenza.
(Un tema attuale non trovate?)
E l'orrore che provo nel pensare a queste dinamiche mi porta alle scelte di non violenza e di non coercizione che esercito nella vita.
Ora, ancora aristotele considerava la donna alla stregua di un bovino da riproduzione, d'altronde il sesso aulico e degno di sentimento era quello con giovani maschi nell'antica grecia.
E dunque mi chiedo, come pensiamo di superare la violenza verso le persone e verso le donne in particolare,
se non abbandoniamo queste radici culturali basate sul sentirci superiori e autorizzati a sopraffare le altrui vite?

D'altronde il cattolicesimo (cattolico significa universale, una qual certa modestia) è basato sulla filosofia scolastica medievale, che radicava a fondo in aristotele,
ed è oggi, de facto, la cultura che patiamo/subiamo fin dalla più tenera età.
Una cultura ossimorica basata sulla colpa e sulla frustrazione da una parte e sull'idea tutta autoprodotta di essere superiori e centrali dall'altra.
La morale sedicente universale di questa cultura ci vorrebbe costretti in ruoli preconfezionati,
alcuni dei quali remissivi ed altri coercitivi e violenti.
E se, come dice Russell, potessimo evolvere in termini di accoglienza, comprensione e non violenza solo dopo aver 'ucciso' il drago?

So che il nostro codice genetico dice di noi che condividiamo la storia evolutiva con ogni altra vita basata sul carbonio.
Se vi piace di più Watson e Crick ci hanno insegnato che siamo un'unica famiglia su questo pianeta.
Temo che senza risolvere il problema culturale di base che ci impregna di arroganza e ci rende coercitivi gli uni con gli altri, sarà impossibile educare le nuove generazioni all'accoglienza e al consenso. 
Senza uccidere il 'drago' ci aspettano ulteriori polarizzazioni di genere, razza, colore, ideologia, etc...
e conseguente ulteriore vicendevole violenza. 
Un film già visto.

Io mi prendo cura di Grigio dunque, ma noi tutti possiamo prenderci cura di questa società.
Ci basta spostarci dall'illusorio posto centrale a quello più realistico di una piccola parte dell'ecosistema.
Siamo animali senzienti, come molti altri, capaci di grande violenza, ma anche di grande amorevolezza e dedizione verso gli altri.

E' solo una scelta, un pensiero, ma:
"il pensiero come l'oceano non lo puoi bloccare"

Grazie per essere giunti fin qui,
vado ad affondare il naso nel collo di Grigio

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