Caro Fotografo
Mi rendo conto che il momento è quello che è, ma quattro chiacchiere tra di noi possiamo ancora farle. Tanto siamo fra pochi intimi. Ti ho osservato sai? Si, si, fin dagli anni ottanta, quando tiravi su la cler la mattina, mettevi a sviluppare i rullini, stampavi, scattavi fototessere, uscivi per andare nella chiesa di fronte per il battesimo, le comunioni o il matrimonio. Nel meriggio consegnavi qualche pacchetto di ventiquattro o trentasei stampe a quelli come me che, ansiosi, arrivavano al tuo bancone, ti davano le quindicimila lire che servivano per entrare in possesso delle stampe e sbirciavano ciò che tu già conoscevi. Così pronunciavi le consuete rassicuranti frasi: “sono venute non preoccuparti e mi raccomando conserva i negativi che sono più importanti delle stampe”. Dall’altra parte del bancone il metro e dieci di bambino se ne andava tutto contento correndo per arrivare presto a casa dove sfogliare bene ogni stampa. Ti ho visto anche durante i commissionati. Lottavi con...